Si inizia a sentire parlare della certificazione della parità di genere come strumento di accesso ad agevolazioni fiscali e a vantaggi competitivi per le aziende. Per capire bene di che cosa si tratti e come funzioni, abbiamo pensato a un approfondimento pratico e sintetico. Partiamo!

Certificazione della parità di genere e rapporto periodico

Mettiamo un primo punto fermo: la certificazione della parità di genere e il rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile sono due cose distinte.

1. Il rapporto periodico è definito dall’art. 46 del D.Lgs. 198/2006, o Codice delle Pari opportunità. Le modaliltà di redazione del rapporto sono definite dal Decreto Interministeriale del 29 marzo 2022 e dal relativo Allegato A.

La certificazione della parità di genere è stata introdotta nell'ordinamento italiano da gennaio 2022.

2. La certificaizone della parità di genere è stata istituita dall’art. 46-bis del D.Lgs. 198/2006, o Codice delle Pari opportunità. I parametri da rispettare per conseguire la certificazione sono stati definite con Decreto 29 aprile 2022 della Presidenza del Consiglio dei Ministri per le Pari opportunità.

Il rapporto periodico sulla situazione del personale

Le aziende pubbliche e private che occupano più di 50 dipendenti devono redigere un rapporto sulla situazione del personale maschile e femminile con cadenza biennale.  Il rapporto deve essere redatto sia in relazione al complesso delle unità produttive e dei dipendenti, sia in riferimento a ciascuna unità produttiva con più di 50 dipendenti. Le aziende pubbliche e private che occupano fino a 50 dipendenti possono redigere il rapporto su base volontaria.

Il rapporto deve essere redatto in modalità telematica utilizzando l’applicativo disponibile sul portale Servizi Lavoro. Per il biennio 2020-2021, il termine di trasmissione del Rapporto era stato fissato al 14 ottobre 2022, mentre per i bienni successivi, il termine di trasmissione è il 30 aprile dell’anno successivo alla scadenza di ciascun biennio.

Il rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile deve essere redatto in modalità telematica utilizzando l'applicativo disponibile sul portale Servizi Lavoro.

In caso di mancanta trasmissione l’iter è il seguente:

  1. l’Ispettorato del Lavoro territorialente competente invita alla regolarizzazione nel termine di 60 giorni;
  2. in caso di protrarsi della mancata trasmissione si applicano le sanzioni di cui all’art. 11 del D.P.R. 19 marzo 1955, n. 520 (sanzione amministrativa da € 515 a € 2.580);
  3. se l’inottemperanza si protrae per oltre 12 mesi, è disposta la sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’azienda.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro verifica anche la veridicità dei rapporti e, in caso di rapporto mendace o incompleto, è prevista l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da € 1.000 a € 5.000.

La certificazione della parità di genere

Il codice delle Pari opportunità ha istituito la certificazione della parità di genere dal 1° gennaio 2022, “al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità“.

La certificazione della parità di genere viene effettuato rispetto alla Prassi UNI-Pdr 125:2022.

Secondo il Decreto 29 aprile 2022, la certificazione viene rilasciata da un ente di certificazione accreditato con riferimento alla Prassi UNI/PdR 125/2022, cioè l’ente di certificazione provvede a verificare l’applicazione dei requisiti contenuti nella Prassi di riferimento presso l’azienda e, in caso di esito positivo, provvede all’emissione del certificato. Il certificato ha validità triennale ed è soggetto a monitoraggio annuale.

La certificazione richiede anche che il datore di lavoro dell’azienda fornisca annualmente, anche sulla base delle risultanze dell’audit interno, un’informativa aziendale sulla parità di genere, che rifletta il grado di adeguamento alla Prassi UNI/PdR 125:2022. Questa informativa, al pari del rapporto periodico, è a disposizione delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e consiglieri territoriali e regionali di parità i quali, in caso di anomalie, possono segnalarle all’ente di certificazione.

Le aziende certificate per la parità di genere devono predisporre un'informativa annuale.

I vantaggi della certificazione della parità di genere

Le aziende in possesso della certificazione della parità di genere possono:

  1. avvalersi dell’esonero dal versamento di una percentuale dei contributi previdenziali (decontribuzione) già a partire dal 2022 e per il periodo di validità della certificazione;
  2. vedersi riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione di proposte progettuali da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti (le aziende devono essere in possesso della certificazione alla data del 31 dicembre dell’anno precedente a quello di richiesta del cofinanziamento);
  3. vedersi riconosciuto un maggiore punteggio da parte delle amministrazioni aggiudicatrici delle gare d’appalto e una diminuzione del 30% della garanzia nei relativi contratti per servizi e forniture.