La gestione dei rifiuti nei cantieri edili può essere semplice se c’è un po’ di organizzazione e si segue il giusto filo logico. Si può arrivare in un attimo alla classificazione corretta e allo smaltimento, senza incorrere in errori e rischiare sanzioni, rispettando la sequenza di passi corretta.

Quali sono i rifiuti di cantiere?

Che equivale a chiedersi: quali sono i codici CER per i rifiuti da cantiere? Come faccio a classificare il rifiuto prodotto in cantiere?

Il riferimento primario è la classe 17 dell’elenco dei codici CER, la cui descrizione recita “rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente dai siti contaminati)“. In questa classe ci sono elencati diversi codici CER, corrispondenti a diversi “materiali di scarto”: cemento, mattoni, mattonelle, legno, vetro, plastica, miscele bituminose, rame, bronzo, ferro e acciaio, terre e rocce, rifiuti da demolizione, etc.

Quali sono i codici CER per i rifiuti edili? Come faccio a classificare il rifiuto prodotto in cantiere?

Per quanto variegata sia la classe 17, non è detto che i codici che ne fanno parte siano sufficienti e adeguati a descrivere tutti i rifiuti di un cantiere edile, quindi non si devono escludere a priori tutte le altre classi. La procedura per definire in termini tecnici il rifiuto, attribuendogli il corretto codice CER, prevede tre passaggi:

  1. scorrere l’elenco dei codici CER della classe 17 e valutare se vi sia una voce adeguata a descrivere il rifiuto che si sta producendo;
  2. nel caso in cui non si trovasse una descrizione adeguata, consultare le altre classi di codici CER e scegliere quella che meglio descrive il processo di produzione del rifiuto e valutare i CER della classe individuando quello che meglio descrive la tipologia di rifiuto prodotta;
  3. una volta individuato il codice CER, nel caso si tratti di un codice cosiddetto a specchio (per il quale esiste una versione che descrive il rifiuto pericoloso e una che descrive il rifiuto non pericoloso), far effettuare l’analisi di caratterizzazione a un laboratorio accreditato Accredia al fine di accertare la presenza o meno di caratteristiche di pericolosità e, quindi, stabilire in via definitiva se utilizzare il CER del rifiuto pericoloso (lo si riconosce facilmente dalla presenza dell’asterisco in fondo alla descrizione) oppure di quello del rifiuto non pericoloso.
La gestione rifiuti cantiere comprende anche l'esecuzione di analisi di laboratorio.

La gestione rifiuti nel cantiere edile

La gestione consiste nel deposito temporaneo, nel trasporto e nell’avvio a recupero o smaltimento.

Il deposito temporaneo può essere effettuato solo in cantiere, cioè il rifiuto non può essere trasportato presso la sede dell’impresa e stoccato presso di essa. L’unica eccezione è quella dei rifiuti prodotti da attività di manutenzione e piccoli interventi edili: in questo caso il rifiuto può essere trasportato presso la sede dell’impresa accompagnato da documento di trasporto, e il deposito temporaneo avviene in sede seguendo le stesse regole previste per il deposito in cantiere (le trovi di seguito). In entrambi i casi non sono necessarie autorizzazioni.

Il cassone è la soluzione più pratica per la gestione rifiuti cantiere.

Il deposito temporaneo deve essere realizzato in un’area dedicata e opportunamente identificata, suddividendo i rifiuti in categorie omogenee (non si devono mischiare o miscelare) e apponendo un cartello che riporti il codice CER identificativo del rifiuto. La soluzione ideale sono in genere i cassoni, a nolo. Nel caso del deposito sul suolo, come avviene per le terre e rocce da scavo in attesa che siano caricate sui camion per il trasporto, bisogna accertarsi che il rifiuto non sia pericoloso!

L’ultimo dettaglio in merito al deposito temporaneo riguarda le tempistiche per l’avvio a recupero o smaltimento, che può seguire uno di questi due criteri alternativi:

  1. con cadenza trimestrale, indipendentemente dalla quantità;
  2. al raggiungimento di 30 o 10 mc, a seconda che si tratti di rifiuti non pericolosi o pericolosi rispettivamente, ma in ogni caso entro l’anno dall’inizio del deposito.
Il costo smaltimento rifiuti edili dipende dalla tipologia del rifiuto e dalla quantità da smaltire.

Vediamo adesso come gestire trasporto e smaltimento.

Cosa fare per trasportare rifiuti edili?

Il trasporto deve essere effettuato da impresa iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, in categoria 2bis in caso di trasporto di rifiuti di cui è produttrice o in categoria 4 o 5 in caso di trasporto di rifiuti per conto di terzi. Quindi se ci si affida a un trasportatore, bisogna verificare che:

  1. sia iscritto all’Albo Nazionale Gestori Ambientali;
  2. che i mezzi utilizzati per il trasporto siano inseriti nell’autorizzazione (si verifica l’elenco delle targhe) e che siano autorizzati a trasportare il rifiuto di interesse (per ogni mezzo ci sono dei CER associati).

Se il problema sta nell’individuare i trasportatori adatti, si può consultare l’elenco degli iscritti all’Albo tramite il suo sito ufficiale oppure ricercare un intermediario alla gestione rifiuti, cioè un’impresa, iscritta all’Albo in categoria 8.

Il trasporto del rifiuto deve essere accompagnato dal Formulario di Identificazione del Rifiuto o FIR anche per i rifiuti edili.

Il trasporto del rifiuto deve essere accompagnato dal Formulario di Identificazione del Rifiuto o FIR, compilato dal produttore del rifiuto con le indicazioni delle caratteristiche del rifiuto, di chi effettuerà il trasporto e dell’impianto di destinazione. In alternativa è possibile la compilazione da parte del trasportatore, ma la responsabilità della compilazione non gli viene “trasferita” quindi è buona regola verificare sempre la corretta compilazione del documento.

  • La prima copia del formulario resta al produttore (in cantiere, e poi viene consegnata dal personale in sede);
  • le copie dalla seconda alla quarta accompagnano il rifiuto sino all’impianto di destinazione che compila la sezione relativa all’accettazione del rifiuto, lascia una copia al trasportatore, tiene una copia per sé e trasmette la quarta copia al produttore nel termine di 30 giorni (anche a mezzo posta certificata).
La smaltimento dei rifiuti edili comprende sia il conferimento a discarica che il conferimento a impianti di recupero o messa in riserva.

Smaltimento dei rifiuti edili: dove portarli?

La smaltimento dei rifiuti edili comprende sia il conferimento a discarica che il conferimento a impianti di recupero o messa in riserva. Quello che varia è l’operazione a cui è sottoposto il rifiuto.

La tipologia effettiva della destinazione può essere stabilita dal capitolato speciale d’appalto o da altra documentazione di progetto, come la relazione geologica. Più frequentemente, però, viene determinata in base alla distribuzione geografica degli impianti autorizzati a ricevere il codice CER di interesse: la scelta tiene conto della prossimità al cantiere e del costo unitario (€/t). L’aspetto importante è verificare che l’impianto sia in possesso di specifica autorizzazione in corso di validità per tutto il periodo in cui si conferiscono i rifiuti, comprensiva dell’operazione di recupero o smaltimento del codice CER che si sta gestendo.

Il piano gestione rifiuti cantiere è un documento che individua le tipologie di rifiuti prodotti e la relativa modalità di gestione.

Come per l’individuazione dei trasportatori, è possibile richiedere dei riferimenti alle imprese che svolgono attività di intermediazione nella gestione dei rifiuti (categoria 8 dell’Albo Gestori Ambientali). È però buona cosa individuare il destinatario del rifiuto contemporaneamente alla definizione del codice CER perché gli impianti possono richiedere di presentare, prima dell’avvio dei conferimenti, analisi aggiuntive rispetto a quelle previste per la caratterizzazione, quindi è utile inviare al laboratorio incaricato una richiesta completa.

Il piano di gestione rifiuti del cantiere edile

È sempre più frequente la richiesta da parte di enti e imprese committenti di integrazione dei dettagli relativi alla gestione dei rifiuti dei cantieri edili nei Piani Operativi di Sicurezza oppure di redazione di un piano di smaltimento dei rifiuti di cantiere. Al di là del nome del documento che lo conterrà, il piano di gestione dei rifiuti da cantiere non è altro che una sintesi della informazioni che di cui abbiamo parlato fino a qui. Si tratterà cioè di individuare le tipologie di rifiuti di cui si prevede la produzione e di descriverne le relative modalità di gestione, dettagliando, se possibile, i soggetti che saranno coinvolti nelle attività di trasporto e smaltimento.