I materiali derivanti dalle attività di scavo e demolizione possono essere lavorati per originare nuovi prodotti da costruzione, quelli che in gergo si chiamano aggregati riciclati. La “trasformazione” di uno scarto, propriamente un rifiuto, in un prodotto commerciabile richiede di seguire alcuni passaggi di analisi, lavorazione, controllo interno e controllo da parte di terzi. Se effettuati correttamente, questi passaggi portano alla marcatura CE dell’aggregato riciclato, requisito per la sua immissione sul mercato.

Da quali rifiuti si producono gli aggregati riciclati?

Terre e rocce da scavo, rifiuti misti delle attività di demolizione, cemento, calcestruzzo, fresato d’asfalto. Si tratta di tipologie di rifiuti che presentano una grande variabilità in termini di pezzatura, consistenza e composizione, ed è questo il motivo per cui è necessaria una lavorazione (recupero) che consenta di ottenere un prodotto con caratteristiche di composizione e granulometria omogenee e costanti. La valutazione delle caratteristiche viene effettuate in fase iniziale e la loro costanza è verifica a intervalli di tempo specifici o sulla base dei quantitativi prodotti per avere garanzia che si mantengano entro limiti definiti da specifiche norme tecniche.

Terre e rocce da scavo, rifiuti misti delle attività di demolizione, cemento, calcestruzzo, fresato d'asfalto sono i rifiuti a partire dai quali si possono produrre gli aggregati riciclati.

Come funziona la marcatura CE degli aggregati riciclati?

Prove iniziali sul prodotto, controllo continuo del processo produttivo, controllo periodico del prodotto e verifica da parte di ente terzo indipendente sono i quattro elementi alla base della marcatura CE degli aggregati.

1. Prove iniziali di tipo

Le prove iniziali sul prodotto, che tecnicamente si chiamato ITT o prove iniziali di tipo, consentono di farsi un’idea delle caratteristiche fisiche e chimiche del prodotto o dei prodotti che il ciclo di trasformazione da rifiuto consente di ottenere. Queste caratteristiche determinano le proprietà del prodotto e, quindi, la sua possibilità di utilizzo, cioè le porzioni delle opere in cui possono essere impiegati (rilevati o sottofondi stradali, fondazioni di piazzali o infrastrutture di trasporto, etc.).

Le caratteristiche fisiche e chimiche determinano le sue possibilità di utilizzo nelle oepre.

2. Controllo del processo e del prodotto: il controllo della produzione in fabbrica (FPC)

Si tratta di individuare tutti gli elementi che possono influire sulle caratteristiche del prodotto finale e di definire le modalità di gestione che consentano di mantenere costanti i risultati finali. Si parte dall’attribuzione di compiti e responsabilità ai soggetti che dirigono l’impianto e agli operatori che movimentano il materiale, si passa poi alla definizione del ciclo produttivo in termini di tipologie di trattamento del rifiuto e relativa sequenza, per arrivare alla definizione di programmi di manutenzione delle attrezzature coinvolte nel processo produttivo e alla definizione di tipologia e frequenza di prove da eseguire su quantitativi specifici di produzione (lotti).

Si definisce in pratica un sistema di gestione per il controllo della produzione. Questo sistema deve definire anche la modalità per identificare e gestire eventuali anomalie di produzione (non conformità) per avere garanzia che non vengano introdotti sul mercato prodotti con caratteristiche difformi rispetto a quelle individuate durante le prove iniziali.

Le prove iniziali sul prodotto, che tecnicamente si chiamato ITT o prove iniziali di tipo, consentono di farsi un'idea delle caratteristiche fisiche e chimiche del prodotto o dei prodotti che il ciclo di trasformazione da rifiuto consente di ottenere.

3. La marcatura CE

Il prodotto per essere immesso sul mercato deve essere provvisto di marcatura CE. Nel caso degli aggregati riciclati questo significa che l’azienda produttrice deve:

  1. sottoporre il proprio sistema FPC alla verifica annuale da parte di un ente terzo, autonomo e indipendente, chiamato organismo notificato, che attesti che l’intero processo viene gestito in modo conforme alle norme tecniche di riferimento;
  2. produrre una dichiarazione di prestazione, quindi un documento che dichiari le caratteristiche del prodotto;
  3. accompagnare il prodotto con un’etichetta contenente il marchio CE.